Fotografie

Di recente ho visitato un museo dedicato ad un’ (ormai chiusa) industria di pellicole per cinema e per fotografia. L’azienda ha avuto un’attività molto lunga: dall’inizio del ‘900 fino al nuovo millennio. Fu proprio nei primi decenni del XXI secolo che questa industria fu costretta a chiudere a causa della diminuzione della richiesta dato l’arrivo del digitale.

Ferrania film museum

Di recente, ancora, sono andata a visitare un museo della ceramica. Durante la visita, ho notato come le persone fotografavano con estrema facilità le varie opere. A quel punto mi sono chiesta: “Ma poi le rivedranno queste foto o rimarranno ad intasare la memoria del cellulare?”.

Da lì sono iniziati un po’ di pensieri…

È come se sentissimo la necessità di fotografare qualunque cosa per la paura di non perdere nulla. Questo fotografare ossessivo, tuttavia, calma le nostre angosce, ma non rappresenta una lode al ricordo.

Mi spiego meglio.

Quando c’era la possibilità di fare una foto solo, allora sì che l’autore dello scatto pensava e ragionava sul modo migliore per avere il ricordo più bello di quell’istante. Oggi siamo in balia di mille scatti senza sentimento né emozioni: foto nell’abisso di uno smartphone.

Se prima c’era una sola opportunità da vivere, oggi ce ne sono a milioni…

A milioni, pur essendo soli.