Miss Italia

Accidenti.

Accidenti, accidentaccio: hanno già incoronato Miss Italia ed io…mi sono persa la gara.

Quanto rimorso.

Quanta amarezza.

Mi è stato detto che quest’anno è andato in onda su La7, in poche puntate. O ‘manche’. O come diamine si dice.

Sì, perché a dire il vero, io, Miss Italia non l’ho mai visto.

Non l’ho mai visto per due motivi.

Primo: mi annoiava. Cercavo di guardarlo. Cercavo, giuro, ma era più forte di me: lo giravo subito.

In secondo luogo, porca puttana, dobbiamo per forza essere messe in mostra così, dopo anni di emancipazione femminile?!

Okay che nessuno ha imposto a quelle di farsi vedere da milioni di persone mezze nude, ma perché dobbiamo, per forza, decretare la più bella d’Italia tra quelle quattro che partecipano?

E non parlo da sfigata femminista.

Parlo ragionando: se Miss Italia fosse là fuori, ma per motivi a noi ignoti non avesse potuto o voluto iscriversi?

Se vuoi fare Miss Italia devi giudicare ogni ragazza del nostro cazzo di Paese.

Sì, anche la più cessa. La elimini, ma anche le deve essere inclusa, se parliamo di Miss Italia.

Va bene, mi impunto troppo, ma non capisco davvero ‘sti programmi.

Tutti che elogiano la bellezza e nessuno l’intelligenza.

E qui mi direte: eh no, valutano anche quella.

Ma vaffanculo, va!

E poi cazzo, siete a Miss Italia, dovete essere o no belle ragazze?

Guardate che culi:

miss

Eh, se proprio dobbiamo dire.

Darwin Awards. Non è un premio per blogger.

Quante persone, in questo mondo, combattono, ogni giorno, contro il cancro.

Quante persone, in questo mondo, si addormentano, ogni giorno, con la speranza di svegliarsi al fine di una difficile operazione.

Quante persone, in questo mondo, lottano, ogni giorno, per la propria sopravvivenza. Per amore della vita.

Quante persone, in questo mondo, attraversano, ogni giorno, i binari del treno per evitare di perder tempo a fare quei cazzo di cinque scalini del sottopassaggio.

Quante persone non hanno rispetto della vita.

E poi sui giornali leggi:

Disgrazia: uomo attraversa binari e vieni investito”.

Ed io, di fronte a ciò, fredda come il ghiaccio, dico:

Selezione umana”.

Sì, sono molto darwiniana.

Dopo quello che vedo, mi pare impossibile non esserlo.

L’altro giorno scendo dal treno.

Quella del mio paese è una piccola stazione, dotata di soli due binari.

Bé, scendo dal treno e mi fermo lungo la piattaforma in cemento, a parlare con una mia amica, anche lei uscita dal treno con me. Ad un certo punto vediamo un uomo che, dalla piattaforma dove ci trovavamo, attraversa i binari.

Poi un rumore: un treno in transito dal binario opposto, esattamente quello in cui, in quel momento, l’uomo stava attraversando, suona ripetutamente.

Il treno passa.

Veloce e massiccio.

Ho avuto la sensazione delle mie ossa rotte una ad una.

Il terrore.

Guardo.

Oltre i binari l’uomo è vivo. Sorride.

Oh, sì, gioia mia. Ti è andata bene.

Quante persone non riescono a capire.

Quante persone non riescono a capire che non importa quante coincidenze perderanno, non importa quanti minuti verranno spesi, non importa nient’altro se non la vita.

E piuttosto di morti stupide: esiste un premio per questo genere di cose.

Come avrebbero mai potuto chiamarlo?!

Darwin Awards (non è un premio per blogger).

‘Sta fretta di crescere

Era un bel primo pomeriggio di fine estate.

Cinque belle (stupende, magnifiche) ragazze passeggiavano tranquillamente, cercando di digerire l’ingente quantità di cibo che avevano introdotto nel loro elegante stomaco.

Passeggiavano…Chiacchieravano…Ridevano.

Ad un certo punto, una di loro, notò una scena curiosa: due ragazzini di circa 13 anni sfrecciano in bicicletta, dicendo:

Allora, te l’ha data?”

Me la darebbe, ma abita a ‘CittaX’. Come faccio ad andarci? Però se riuscissi, me la darebbe.”

Ok.

Tu mi stai dicendo che questa ragazza te la darebbe, ma tu non sai come arrivarci.

Non hai ancora la moto, quindi questo mi fa pensare che tu abbia meno di 14 anni.

O mettiamo caso che i tuoi non te l’hanno voluta comprare.
Allora in questo caso potresti prendere il bus.

Ma se credi che tu non possa raggiungerla questo significa che forse, tutta ‘sta voglia di prenderla, non ce l’hai, no?!

Perché vi posso assicurare che la suddetta ‘CittàX’ dista una fermata di bus dal luogo in cui si trovavano i due fanciulli.

Ma giustamente uno a quell’età non ne ha voglia!

Era un bambino, lo si vedeva. Va bene che i maschietti maturano dopo, ma fidatevi che quello era proprio piccolo.

A quell’età io ero ancora indecisa se i bambini arrivassero per cicogna o venissero trovati sotto al cavolo.

E credevo anche a Babbo Natale.

Ma questo è un problema mio, lo riconosco.

‘Sta fretta di crescere.

Cosa ci sarà mai di così bello.

E soprattutto: credete che crescere sia inciuppare il biscotto?!

Siamo del gatto.

Capisco che magari stavano parlando tra di loro e giocavano a fare i grandi, ma il problema rimane sempre: perché tutta questa fretta?!?

Messaggiatori ipocriti

Fino a che punti si spinge certa gente. Fino a che punti.
Avete mai partecipato ad una tavolata di persone riunite a cena, durante la quale due dei commensali si scambiano messaggini col cellulare?
Io sì.
E dico: non potete usare la parola, visto che siete allo stesso tavolo?!
Certo che non potete: in quei messaggi criticate qualcuno presente.
Grandiosi.
Ma porca miseria, anzi, porca puttana (più fine!) non potete aspettare qualche oretta e criticare in santa pace, a serata finita?
Così vi tenete ancora un pò in contatto, lo dico per il vostro bene, eh!
E’ possibile che certa gente la conosca solo io?
Vi prego, ditemi che non sono la sola a conoscere i “messaggiatori ipocriti”.
Messaggiare allo stesso tavolo, tra di loro, vi pare normale?!
Se sì, rinchiudetemi da qualche parte. E portatemi del cibo. Tanto cibo.

Buon fine settimana,
Antippa

Con sincerità

Sono passati solo quattro giorni da quando ho scritto l’ultimo articolo, eppure mi sembra sia passata un’eternità.

E’ strano come la percezione del tempo vari a seconda dei momenti della vita.

Ed è strana questa mia astinenza dallo scrivere: è come se fosse diventata una droga. Sintetica, per l’amor del cielo, droga sintetica!

Per una volta vorrei essere seria e parlare di me.

Di me che sono una ragazza ordinaria.

Una ragazza ordinaria che un giorno ha deciso di aprire un blog.

E quando ha deciso di farlo era molto scettica.

Sì, ero scettica perché in tutta la mia vita, o meglio, in tutta la mia carriera scolastica, non mi sono sentita altro che criticata.

Ho sempre avuto a che fare con persone che criticavano in malo molo la mia scrittura, ma che non sono mai riuscite a spiegarmi i motivi di questo fallimento.

Forse non c’era bisogno di spiegazioni, forse il problema ero proprio io.

E più loro criticavano, più io ero meno spontanea nello scrivere e più…un gran casino.

Ora ho trovato il coraggio di pubblicare le mie ‘fregnacce’ e non ho paura di utilizzare una sintassi “complessa, quasi inventata”, una grammatica scorretta o figure retoriche degne del miglior poeta analfabeta di strada.

Io sono così.

Quella ragazza ordinaria che ama scrivere nel suo blog e che ama condividere i suoi pensieri.

Io ringrazio voi che avete la pazienza di leggere e commentare e ringrazio anche loro perché alla fine, dopo tutto, mi hanno fatto fare i conti con me stessa. Una me stessa che, adesso, se ne fotte delle loro vecchie critiche.

Con sincerità,

Antippa

Che personaggio, che caso umano!

Generalmente ho una spiccata tendenza ad attirare gente strana.

Questa tendenza sembra moltiplicarsi quando io e il mio ragazzo ci troviamo ad essere assieme in qualche luogo.

Lui denomina questa ‘gente strana’ “personaggi”, mentre io “casi umani”.

I personaggi o i casi umani, che dir si voglia, sono ovunque.

Sono ovunque e non hanno paura a farsi notare.

L’altra mattina eravamo su un Intercity diretto a Genova.

I nostri compagni di viaggio erano un maniaco compulsivo che ogni secondo chiedeva l’ora: “Che ore sono? Che ore sono?”; una tenera e simpatica veccchietta, che ancora adesso devo capire se c’era o lo faceva; l’uomo enigmatico, no, non nel senso che era indecifrabile, nel senso che era dietro a compilare la sua settimana enigmistica; ed infine, dulcis in fundo, lui, il boss.

A metà viaggio, al boss suona il cellulare: come suoneria una canzone di un vecchio gruppo genovese.

La signora anziana, riconoscendo la canzone, dopo che il boss aveva riattaccato, domanda, retoricamente:

Sono i trilli?”

Sì, mio cugino: uno di loro…”

E suonano ancora?”

Morti, tutti morti.”

Ah…e non fanno più nulla?”

Eh scignua, se le sun murti (=eh signora, se sono morti)..!”

Ecco, bene.

Ma va bene, passiamoci sopra, è una signora anziana…

Il boss non sembra però essersela presa, dopo pochi attimi dice:

Tra un po’ passiamo davanti alla Concordia…”

Dovete sapere che il relitto della Costa Concordia è stato trasportato nel porto di Genova-Voltri e che dal treno la si vede benissimo (ahimè!).

Quella visione ha fatto affiorare al boss i ricordi della sua vacanza in crociera (non sulla Concordia, ma su un’altra nave della stessa ‘casa’).

Racconta di quanti bei posti abbia visto, quanto abbia mangiato, quante tardone abbia incontrato…

Ma io dico, in crociera mica ci devi andare con la donna. In crociera ti trovi qualcuna da chiavare lì sopra. Come quel cretino di mio figlio che è andato a X e si è portato la donna. Ma a X io ci sono andato solo con una scatola di profilattici. La donna…Mah!

La ci sono quelle ventenni calde…che…ve lo dico io.

Ah, sono divorziato, per cui… Devo scendere, arrivederci. Con la donna…bah!”

Non ho potuto dire altro che un:

Punti di vista”

Punti di vista, certo.

Ma cazzo.

Basta, credo di non avere nessun altra considerazione se non: che personaggio, che caso umano.

Mi rimetto a voi,

Antippa.

Crocifissi

E’ settembre.

Eh già…

O forse è meglio dire: di già!!!

Settembre è sicuramente il mese più odiato di tutto l’anno: finisce l’estate, si ritorna a lavorare, iniziano le scuole…

Iniziano le scuole.

Iniziano le scuole ed i soliti problemi ad esse collegate:

Chissà se quest’anno mi va di culo come l’anno scorso e rimango promosso…”

Che diario mi compro?”

Qualcuna si farà finalmente ingravidare? Così magari per qualche mese lavoro anche io, povera supplente…”

I crocifissi li leviamo oppure no?”

I crocifissi…Che storia ‘sti crocifissi.

Sentite questa: il preside di una scuola italiana ha deciso di debellare i crocifissi da ogni aula nel rispetto dei bambini di altre religioni.

Ma porca puttana.

Nel rispetto dei bambini di altre religioni?!

Avete ragione, per carità, ma non avrebbe più senso levarli nel rispetto della Costituzione Italiana?

No, perché, se non ricordo male, nella nostra cara ‘Costituncina’ c’è un articolo che fa più o meno così:

Lo Stato e la Chiesa Cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, INDIPENDENTI E SOVRANI.

I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti, accettati dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale (Art 7)”.

Indipendenti.

Ciò significa che la Repubblica Italiana è laica.

Le scuole pubbliche, essendo istituzioni dello Stato, dovrebbero, secondo un semplice ragionamento, essere laiche anche loro.

Perché allora non li leviamo nel rispetto della nostra Italia?

Con questo non dico che non bisogna farlo anche per il bambino della religione X, per carità, ma dico che, magari, non lo si dovrebbe fare solo per quello, ecco.

Perché poi nascono mille altre questioni: se lo levi per il bambino di un’altra religione, allora i bambini cattolici sono stronzi a vedersi levato il crocifisso?

Mi parrebbe tanto semplice, voglio dire: se una persona sente il bisogno di avere un iconografia santa che se la porti pure dietro, nell’astuccio, nello zaino, nel diario, nessuno glielo vieta, no?

Ma vi prego, nel rispetto della nostra Costituzione, lasciamo libere le pareti della scuola pubblica e rispettiamo, comunque, ogni credo.